La confessione, regia Constantin Costa-Gavras, interpreti Yves Montand, Gabriele Ferzetti, Simone Signoret, produzione Francia Italia, anno 1970
Cecoslovacchia, inizio anni Cinquanta. Arthur London è un ebreo cecoslovacco. Militante comunista, entra a far parte nell’immediato dopoguerra del governo del suo paese come sottosegretario al Ministero degli esteri. Nel gennaio del 1951 viene arrestato e accusato di cospirazione contro lo Stato. Si tratta di un’accusa falsa, appositamente costruita dalla fazione stalinista del Partito comunista ceco, che su ordine di Mosca intende eliminare con processi fasulli tutti quei membri del partito sospettati di voler condurre una politica di autonomia e indipendenza dall’Unione Sovietica, sull’esempio del contemporaneo modello titoista jugoslavo. Sottoposto ad un lungo periodo di detenzione, nel corso della quale subisce ogni genere di tortura fisica e pressione psicologica, alla fine London crolla ed accetta di confessare colpe inesistenti. Scampato alla condanna a morte, è condannato all’ergastolo, ma alla morte di Stalin è riabilitato e scarcerato.