Salvacondotto collettivo Famiglia Harsanyi
Documento rilasciato dal finto console spagnolo Giorgio Perlasca che attestava la cittadinanza spagnola e il diritto all’ospitalità in case protette affittate dall’Ambasciata spagnola che godevano dell’extraterritorialità.
l documento redatto a mano (1) e a macchina (2) con le credenziali che accreditano Giorgio Perlasca come diplomatico dell’Ambasciata spagnola in Ungheria, presentato al Ministero degli Esteri d’Ungheria nel novembre 1944.
Una delle agende in cui Giorgio Perlasca era solito annotare avvenimenti e circostanze, ma anche riflessioni, pensieri e considerazioni personali.
La prima pagina della relazione inviata da Trieste al ministro degli Affari Esteri di Spagna, in data 13 ottobre 1945, con la quale Giorgio Perlasca dà conto all’autorità spagnola degli avvenimenti e dell’opera svolta, fornendo anche un rigoroso “rendiconto” dei materiali e dei fondi esistenti nella sede diplomatica iberica di Budapest al momento della partenza del rappresentante ufficiale, al quale egli si era sostituito per portare avanti l’opera umanitaria già in corso.
Bozza della lettera autografa inviata da Giorgio Perlasca nel febbraio 1945 al capo della polizia politica russa di Budapest, in aiuto del maggiore Tarpataky ex comandante di polizia del quinto distretto, imprigionato in quanto ufficiale del passato regime, dichiarando l’aiuto da questi fornitogli nel corso della propria opera umanitaria.
Importante documento che dimostra l’alto senso di giustizia e solidarietà di Giorgio Perlasca, sempre pronto ad esporsi personalmente per aiutare gli altri.
Il 21 aprile del 1945, al momento della partenza per l’Italia, una rappresentanza dei protetti della casa al numero 35 di Szent Istvan Park, consegnò a Giorgio Perlasca una lettera di ringraziamento. Dal tenore della lettera si comprende come l’azione di Giorgio Perlasca non si era limitata alla semplice concessione del salvacondotto, ma come in quei 45 giorni sia stato presente g iorno dopo giorno, ora dopo ora, nelle case protette per salvaguardare gli ebrei dalle incursioni dei Nylas e per organizzare raccolta e distribuzione dei viveri. Molto toccanti e significative le parole usate dai protetti come ringraziamento per averli curati, assistiti e confortati in quei momenti di disperazione.
Dukesz Hugo, avvocato, Budapest, VI Izabella u. 32, tel 312 – 508
Signor Giorgio Perlasca
Budapest Budapest, 21 aprile 1945
Signore,
è con dispiacere che apprendiamo che lasciate l’Ungheria per rientrare in Italia, vostra Patria. In questa occasione desideriamo esprimere l’affetto, la riconoscenza e la stima di varie migliaia di ebrei perseguitati dai nazisti tedeschi e dai nylas ungheresi, e che trovarono protezione presso la Legazione di Spagna. Mai dimenticheremo che non solo avete lavorato giorno e notte, instancabilmente, perchè fossimo sistemati e avessimo del cibo, ma vi siete occupato della salute degli anziani, dei malati, con una tenerezza impossibile d’esprimere a parole. Non dimenticheremo mai che tante volte avete incoraggiato i disperati, avete agito nell’esclusivo nostro interesse, con la più grande saggezza, il più grande coraggio quando la nostra situazione era disperata e sappiamo quante volte avete rischiato sicurezza e vita per salvarci dalle mani degli assassini. Mai il vostro nome mancherà nelle nostre preghiere e pregheremo Dio affinchè vi benedica, perchè solo LUI vi può ricompensare.
Vogliate, vi preghiamo, conservare il nostro ricordo con quell’affetto che noi racchiudiamo il vostro nome nei nostri cuori.
Gradite, vi preghiamo, l’espressione della nostra più alta considerazione.
La commissione della casa al 35 Szent Istvan Park