Flavia Amabile, Marco Tosatti, La vera storia del Mussa Dagh, Guerini, Milano 2003
Sullo sfondo del primo conflitto mondiale, in uno dei teatri di guerra “secondari”, si consuma una tragedia enorme: il massacro del popolo armeno. Gli abitanti armeni di sei villaggi alla base della montagna del Mussa Dagh, sul golfo di Alessandretta, decisero di non rispondere all’ordine che avevano ricevuto di prepararsi per la deportazione. Si rifugiarono sulle pendici del monte dal 21 luglio al 12 settembre 1915, con i viveri che erano riusciti a raccogliere e le armi. L’esercito ottomano tentò più volte di sconfiggere la resistenza della popolazione asserragliatasi sul monte, senza successo. Gli armeni sfruttarono la posizione in vista del mare per attirare l’attenzione delle navi francesi di passaggio nel golfo; in questo modo, dopo una breve trattativa, tutta la popolazione venne imbarcata e portata a Port Said, in Egitto, dove venne costituito un campo profughi.