Pier Antonio Quarantotti Gambini, Primavera a Trieste, Oscar Mondadori
Sono gli ultimi giorni della seconda guerra mondiale e la città di Trieste si trova a vivere un dramma inedito, precursore delle tensioni della Guerra fredda. Per quaranta giorni – dal primo maggio al 12 giugno – le truppe titine occupano la città, portando nuovi spargimenti di sangue e nuove morti. «Tragico, asciutto diario di un’intera collettività», come l’ha definito Claudio Magris, “Primavera a Trieste” racconta «una stravolta realtà in cui lo scrittore e con lui i suoi concittadini e il suo mondo sono e si sentono minacciati, indifese pedine di un gioco di proporzione mondiale in cui torti antichi vengono ripagati con alti interessi, la rivendicazione nazionale e sociale si mescola e si confonde con una contrapposizione internazionale di potenze che si contendono il mondo e – in questo gioco guardingo, feroce e ipocrita – passano disinvoltamente sui corpi e sulle sofferenze dei piccoli mondi, come in questo caso Trieste.»