Serge Victor, Se è mezzanotte nel secolo, Fazi
Sono uomini e donne deportati in Siberia i protagonisti del romanzo, e le storie di questi trotzkisti – che si incontrano in uno sperduto villaggio ai confini del mondo, si legano di amicizia, si confrontano, si amano – ci raccontano gli anni strazianti in cui tanti, come Serge, furono imprigionati a causa della loro aperta opposizione al regime staliniano. Sono uno spaccato, a forti tinte autobiografiche, del mondo di brutalità dove Stalin ha già rinnegato gli ideali di una rivoluzione che si è appena messa in moto e l’onesto credo in un mondo migliore dei bolscevichi della prima ora è totalmente tradito dal cinismo e dalla crudeltà degli uomini che tengono le redini del potere. Pubblicato per la prima volta nel 1940, “Se è mezzanotte nel secolo” precede di anni le opere di Koestler e Solgenitsyn e offre un ritratto della Russia staliniana come di una macchina atta ad annientare uomini, corpi e anime. In un paese dove gli avversari del regime muoiono nell’anonimato svanendo come se non fossero mai nati, Serge, uno dei primi a far sentire la propria voce, svela con fermezza e coraggio l’uso della tortura fisica e psicologica, restituendo loro un nome e un volto e salvandoli dall’oblio del silenzio. (Introduzione di Goffredo Fofi.)